Elon Musk: spostare l’asticella…

Capita anche a voi di guardarvi allo specchio e di dire “Mi piacerebbe essere… lui (o lei)?”
 
Ogni tanto cedo a questa debolezza umana. Non la chiamerei neppure invidia ma piacere solipsistico di provare a vedere cosa sarebbe successo se… Gli amici americani usano spesso il “What if…?” per produrre fiction e immaginare.
 
Nel mio caso ormai ho superato l’età nella quale mi immedesimo in un grande campione di sport o mi vedo nei panni di un attore cinematografico.
 
Preferisco sicuramente gli innovatori
 
Poche persone mi affascinano come quelle che, ottenuti risultati economici importanti, investono in progetti che non mirano soltanto al loro personale profitto ma anche a reinvestire in direzioni comunque utile a tutti, fare impresa all’interno del mercato ma per lasciare qualcosa che serva davvero.
 
Questo è sicuramente il caso di Elon Musk: un magnate di origini sudafricane, noto alle cronache per essere il co-fondatore di PayPal, il principale metodo di pagamento sicuro online, ma anche di Space X, la prima agenzia spaziale commerciale privata che promette di poter divenire il primo mezzo di trasporto non ufficiale verso l’ignoto sopra di noi.
 
E certo, come dimenticare poi Tesla Motors, altra sua indomabile creatura, la prima marca di auto al mondo completamente dedicata alla propulsione elettrica?
 
E’ di questi giorni la propagazione a macchia d’olio della notizia dell’ultimo investimento del nostro fenomeno: SolarCity si sta preparando a costruire l’impianto fotovoltaico più grande al mondo.
 
Dimenticavo di dire appunto che Musk è anche presidente di questa società che da poco ha acquisito la statunitense Silevo, altra azienda che opera nel campo della produzione di pannelli fotovoltaici di alto rendimento e dai bassi costi ed impatto produttivi.
 
In ognuno dei casi di azienda sopra indicati Musk ha compiuto un ragionamento più o meno simile:
“Questa tecnologia è necessaria e magari oggi ancora troppo poco percepita. Se io però investo in maniera pesante adesso, anticipando il boom che la investirà in futuro, non solo anticiperò questo fenomeno ma ne abbasserò l’alto costo iniziale molto rapidamente.”
 
Mi son spiegato? Forse no.
 
Ok… PayPal: quanta gente ancora oggi, avvicinandosi alla Rete, prova paura e raccapriccio nell’inserire i dati della propria Carta di Credito per acquistare qualcosa online? 
Buoni, giù le mani, vi vedo…
Ok, Musk e gli altri co-fondatori di PayPal hanno scoperto “il buco alla conca”, come diciamo dalle nostre parti, ossia non hanno inventato niente di nuovo ma hanno percepito un bisogno, intercettato una difficoltà e agevolato un intero nuovo mercato di livello mondiale agevolando la procedura che più è legata all’esistenza del mercato stesso: il pagamento.
 
Andiamo avanti. SpaceX… Ma certo, a tutti noi piacerebbe stare con il naso all’insù di fronte al lancio di una navicella spaziale. Molti addirittura farebbero carte false per salirci sopra, a prescindere da quanto complicato sia l’addestramento ecc. ecc.
Detto questo, nel 2002 badate bene duemiladue!, Musk ha investito in un’azienda che avesse come finalità ultima quella di essere il primo servizio privato di trasporto verso lo spazio.
Pazzia? Può darsi. Resta il fatto che dodici anni dopo SpaceX è stata già in grado di inviare la prima navicella privata verso la Stazione Internazionale orbitante. I costi sono assolutamente proibitivi ma aver cominciato con così largo anticipo servirà per arrivare preparati all’appuntamento… e aver abbassato i costi.
 
Parliamo di Tesla e del bene che ha fatto e che fa quotidianamente al mondo delle Mobilità Sostenibile?
Lasciamo perdere che le loro auto costino ancora tanto, tantissimo per noi comuni mortali. In questi anni Musk ha però investito in tecnologia, ricerca… ha prodotto modelli bellissimi che hanno attirato la curiosità ed il denaro dei più abbienti. 
I volumi di vendite di Tesla Motors hanno permesso di vendere quantità di auto elettriche impossibili da immaginare qualche tempo fa. E nel farlo sta abituando un Paese intero, e piano piano anche il resto del mondo, che l’auto elettrica NON è un progetto del futuro ma è assolutamente presente.
 
In questi giorni poi Musk è andato ancora oltre, liberando la tecnologia di Tesla e rendendola open source. Così facendo ha già attirato l’attenzione di migliaia di smanettoni professionisti che aiuteranno con il loro intelletto a migliorare un prodotto già altamente innovativo.
 
Un genio.
 
E con SolarCity che cosa si propone?
Vuole dimostrare che accelerare e massificare la produzione di pannelli solari di alta qualità energetica e di basso costo di produzione permetterà di avvicinare quella fatidica parity grid raggiunta la quale non ci si potrà più nascondere dietro ad un dito e dire che gli impianti fotovoltaici hanno un costo che non ripaga dell’energia che producono.
 
Prevedere, sognare, produrre, massificare, distribuire, condividere.
 
Questo fanno i geni dell’innovazione: spostare l’asticella del mondo un po’ più in su e portare tutti noi un metro avanti nell’evoluzione.
 
Quindi non so voi, ma se io domani dovessi guardarmi allo specchio cercando qualcuno al di fuori di me, io vorrei essere come Musk; un calciatore arriva a fine carriera e rimane un bellissimo ricordo del passato, così come un attore. Un innovatore magari si dimentica, ma il passo in avanti che ha fatto fare a tutti non potrà essere mai cancellato.
 
Adesso parafrasando Alessandro Martorana ed il suo articolo sull’acquisizione di Solevo la domanda è… che cosa dobbiamo aspettarci in futuro da Elon Musk?
 
articolo by Leonardo Vannucci (lioklingo@gmail.com)

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