Gli attrezzi da lavoro

gli attrezzi da lavoro

A volte bisogna lasciare gli attrezzi da lavoro…

…o sceglierne altri per provare a fare qualcosa di nuovo.

A volte mi prende come l’urgenza di mettere da parte quel che so e provare a guardare le cose da un altro punto di vista. Ho sempre consigliato, per primo a me stesso ma anche agli amici, di provare a svolgere quello che quotidianamente siamo chiamati a fare, per lavoro o per passione, in modo diverso.

Così su questa bella strada di campagna, ogni volta che mi affaccerò a questo blog,
proverò a lasciare gli attrezzi da lavoro che mi porto sempre dietro
e camminare con mani libere.

Esiste un panorama inevaso di cose, persone, storie, che rimane chiuso al cuore, come intonso: quanto siamo libri non aperti dagli altri? Quanto lo sono gli altri da noi? Abbiamo paura ad aprirci a nuove prospettive per non abbandonare il sentiero conosciuto, certi che vivere geometricamente al centro di determinati punti di riferimento ci assicuri una meta serena.

Ma la tranquillità a volte può scivolare facilmente nella monotonia, e con questa potrebbe sopraggiungere la mancanza di stimoli.

Diciamolo a cuore aperto: facciamo… seguendo obblighi non scritti e lasciando da parte troppo spesso le cose che ameremmo vedere, fare, sperimentare.

Così spesso smettiamo di leggere perché con il lavoro non ho tempo, o non ascoltiamo musica, non ci emozioniamo di fronte ad un quadro perché ho fretta, devo andare. Abbiamo disconosciuto tutte quelle cose meravigliose che genericamente racchiudiamo in termini angusti o esclusivi come arte, creatività ma che dovremmo riuscire a nominare per quel che sono sempre state: umanità.
Costruiamo i nostri habitat guardando a necessità materiali e non coniugandoli con le necessità dell’anima. Abitiamo case per bisogno ma non le viviamo davvero. Non aggiungiamo del nostro a niente, per paura forse che una parte di noi rimanga incatenata a qualcosa che inconsciamente non sentiamo adatta a noi e dalla quale ci aspettiamo di poter fuggire, un giorno, se mai…
Ci rendiamo incompleti, dunque, ci mortifichiamo, spaventati come fossimo volpi con la zampa in trappola: recidiamo ciò che ci legherebbe alla nostra personale libertà d’espressione per paura che lo sguardo di chi ci circonda si volti altrove.

Beh, se anche fosse così dobbiamo tutti ricordare che stiamo vivendo forse nell’epoca più egoistica che si sia mai affacciata sulla storia dell’umanità.

Forse stiamo pensando che spetti ad altri aprire la nostra porta, frugare tra i nostri tesori? A chi, se non a noi, vogliamo dar colpe se il susseguirsi ininterrotto di obblighi convenzionali inaridisce le nostre capacità di produrre il bello?

No. Ho deciso davvero di lasciare gli attrezzi da lavoro, di quando in quando; pormi di fronte alla tastiera con la serenità di poter comunicare quello che piace a me sperando che susciti interesse.

Perché è quando tutti parlano la stessa lingua,
dicendo quello che tutti vorrebbero sentire,
che il panorama diviene deserto.

Affabula è un termine che talvolta è erroneamente abbinato ad un significati negativo, ma non è così, affabulare significa semplicemente arte di raccontare.
Ma noi di Affabula non proviamo più interesse ad offrire una professionalità spersonalizzata: vogliamo cantare con le parole, o almeno stonare nel tentativo di farlo. E se avessimo dovuto aggiungere il sito che volevamo costruire a quello di migliaia di splendide aziende esistenti che però portano un nome troppo Internet, saremmo partiti con passo diverso da quello che vi sto raccontando di voler tenere: avremmo tagliato la zampa per fuggire da una falsa trappola.

E allora, cara Affabula e care amiche e amici, a partire da questo post ogni tanto io ed altri del gruppo lasceremo gli attrezzi da lavoro sul bordo di una strada conosciuta e prenderemo per campi, boschi o scogliere, cercando di portarvi con noi in articoli che archivieremo nella categoria Raccontando.

Così vorrei che fossero intenzionati a fare anche i nostri clienti:

provare a guardare alle loro attività con occhi nuovi, quasi estranei,
per trovare una voce diversa assieme a noi per raccontarle come se nascessero di nuovo
.

Un’epifania di parole. Che male può fare? Se non ci fossero i racconti il mondo non avrebbe un passato emozionante.

Noi non scriviamo la Storia, ma grazie alle storie
scriviamo per conoscere, per ricordare, riscoprirsi vivi…

A presto.

articolo by Leonardo Vannucci

4 Di risposte to “Gli attrezzi da lavoro

  • Caro Leonardo, affabula mi piace tantissimo. Eccola la creatività tutta italiana che ci riavvicina a noi stessi, all’essenza di quello che siamo, ma quasi ci vergogniamo di essere..Oppure non ne siamo più capaci, perché non ci ricordiamo dove abbiamo riposto i lucchetti dei nostri più semplici umani bisogni.Dovremmo ricordare chevse li lasciamo troppo tempo chiusi a chiave i nostri sogni ammuffiscono. Alleluia Leonardo( Da Vinci?Sempre più affiora il sospetto)

    • Grazie di cuore cara Ivana. Vedi che hai già un primato nel cuore di Affabula? Sei la prima ad aver lasciato un commento.
      Buona giornata a te e a tutti i lettori che passeranno.

  • Condivido il tuo pensiero…Leo…corriamo dietro un tempo che non ci permette più vivere le cose belle che ci piacciono veramente… che ci rappresentano…le posticipiamo spesso fino a scordarcele……dobbiamo riscoprire un tempo lento…che ci avvicina alla nostra umanità. … Mi piace molto Leo…questa nuova creazione..”Affabula”preferisco sempre le voci fuori dal coro …quelle non omologate…quelle che comunicano emozioni e parlano con il cuore..passeggero’con piacere nei campi…insieme a te Leo Arcobalenato e agli altri del gruppo..buona serata…

    • Grazie di cuore Ary, hai capito perfettamente lo spirito Affabula. Io credo che l’unione delle potenzialità del Web di ultima generazione con il recupero dei valori del “piccolo e lento è meglio”… dell’umanità, siano moltissime.
      Vorremmo riuscire ad assaporare e far assaporare ogni parola, tornare a gustarne il significato, riuscire a dare profondità.

      Ci proviamo, come detto, ma è rassicurante sapere che un pezzo di strada lo si farà con qualche amico al fianco, nella speranza che non siano soltanto di supporto ma anche di guida, critica, osservazione. Si cresce soltanto ascoltando il parere degli altri ed offrendo il proprio senza prevaricare. Grazie di essere qui.
      Buon fine settimana.

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