La moglie del Content Manager

Parliamo troppo spesso del nostro lavoro e non del contesto.
Clienti, richieste, followers, sostenitori, finanziatori… Niente conta quanto La moglie del Content Manager.
 
Se lei non capisce è un casino. Se lei non vuole è un casino. Se la irriti… è un casino.
 
Quindi per dieci minuti seguimi un attimo e valuta insieme a me i rischi e pericoli nella gestione de La moglie del Content Manager (sembra il titolo di un B-Movie anni ’80).
 
La premessa tramite immagine è dovuta. Dopo aver scritto le righe che seguiranno devo necessariamente tornare a casa. Quindi sì… Amo mia moglie
Ora posso proseguire.
 
Quali sono i fattori di rischio nella gestione della Moglie del Content Manager?
 
1) Non ha ancora capito che cazzo fai.
E qui son dolori. “Sai cara oggi ho lavorato tutto il giorno all’analisi delle parole chiave per quel produttore di profilati in alluminio…” – “Amore sono stanchissimo, ho scritto un post nel blog e poi ho ricondiviso a nastro su tutti i Social. Pensa che ho avuto 45 condivisioni, 80 apprezzamenti, 120 commenti solo dopo la prima ora… sono a pezzi”
E così via.
 
Potreste dirle questo o anche molto molto altro. Non conta niente. Tanto LEI non sa che diavolo fai.
 
Ti vede allo schermo tutto il giorno, o meglio sa che sei di fronte allo schermo tutto il giorno. E ti vede rincasare e trasalire per due notifiche sul cel. Ti vede correre alla consolle, aprire l’IPad, accigliarti. Proprio mentre stava per dirti le parole fatidiche:
 
Ora stacchi vero? Stai un po’ con me, apparecchi, stiri, ammiri, fai di conto… ceni? Hai pranzato? STACCATIIIIII”
 
Inutile spiegare che cosa stai facendo: equivarrebbe tutto più o meno al classico “Faccio cose, vedo gente…” di morettiana memoria.
 
 
2) Non provare mai, MAI a farle vedere qualcosa al quale hai lavorato.
 
Tanto la trovi proprio nel momento, come sopra, nel quale vorrebbe che tu facessi altro. Non gliene potrebbe fregare di meno. Non avrebbe un orgasmo digitale come hai tu ogni volta che il contatore delle visite fa un +1
 
Ai suoi occhi, anzi, apparirei sempre più demente. 
 
Ma guarda ‘sto scemo con la foto del gattino che rotola come gongola e poi ha passato tutto il pomeriggio dietro a questo? Ma stiamo scherzando? Avrebbe potuto portarmi all’IKEA. No, no no, non è vita!” (leggo nel pensiero da tempo e posso assicurarvi che questa è la versione edulcorata di ciò che dicono dentro di loro mentre, vestite con il più stucchevole dei sorrisini, accettano di venire di fronte allo schermo trattenendo a stendo la voglia irrefrenabile non già di uccidervi, bensì di torturarvi con estrema cura e lentezza).
 
3) Non provate a spiegarle che fate tutto quel che fate per il sostentamento della famiglia.
 
Va bene il pertuttalavita ma non ne abusate. Piuttosto cercatevi un ufficio riparato, in una zona malfamata e poco visitata della vostra città e ditele ogni giorno che andate a straordinari meeting o ad incontrare inimmaginabili clienti.
 
Fatevi vedere al lavoro il meno possibile. Non accetterà ulteriormente di vedervi con occhi sgranati spostare lo sguardo ossessivamente tra tre monitor, un IPad, un cellulare e un portatile mentre digitate con la stessa foga che mettereste nell’esecuzione di Rachmaninov su un GranCoda al Bolshoi.
 
Ma soprattutto lavorando a stretto contatto con la moglie del Content Manager (che siete voi tra le altre cose) finireste per non ascoltarla quando sentendovi silenzioso vi confiderà tutte le più importanti cose di famiglia confidando nella vostra attenzione. Non potrà sapere mai, dalla mancanza di suoni emessi da ore, che in realtà state seguendo 12 profili Twitter mentre rispondete su GooglePlus, montate un video per YouTube e programmate Friends+Me per riproporre i vostri contenuti nelle uniche tre-quattro ore in cui cercherete di dormire.
 
4) Riempi i tuoi silenzi. Ogni tanto di qualche stronzata, la prima che ti viene in mente.
 
Questo punto vale soltanto per gli indomiti che davvero non abbiano deciso di delocalizzare le loro attività in un luogo ameno.
 
Ogni tanto parla. Dimostrati vivo. Blabblaeggia qualcosa. Un soliloquio. Un vaniloquio, decidi tu. Ma parla.
 
“Sai amore che le tue peonie sono davvero splendide quest’anno?”
 
Mi gioco le palle che tua moglie non abbia mai comprato peonie. Malgrado ciò le darai il senso di attenzione a quel che ti circonda. 
 
“Ho tolto tutte le piante da un mese perché erano infestate dai parassiti!”
 
Lo so. Tanto finisce così. Si volterà. Andrà nell’altra stanza e tu sarai sceso pericolosamente in zona retrocessione quanto a punti.
 
5) Non insistere.
 
Qualsiasi cosa tu faccia la fai male. Ogni tuo passo in direzione di un riavvicinamento tende inesorabilmente alla deriva. Quindi SE fai qualcosa non lo ripetere. Non insistere. Preparati la sera prima un nocciolo di frasi tipo da utilizzare in una normale conversazione familiare. E se non ne ricordi cerca su Google ma, mi raccomando, non improvvisare. 
Lei ti sgamerà comunque ma con una minima preparazione farà più fatica. Diciamo che ti procurerà giusto quel tempo minimo che ti serve per finire almeno una delle 29382938 cose che ti eri prefissato di fare in giornata.
 
Per ulteriori consigli io presto realizzerò un corso online dal nobile costo di soli 5.000 Euro che chiamerò
 
“Gestione dello stato di crisi con 
la Moglie del Content Manager”
 
Se mai arriverò vivo a quel giorno…
 
DEDICO QUESTE MIE FACEZIE A MIA MOGLIE, CHE MI SOPPORTA E SUPPORTA DA DIECI ANNI. PROPRIO OGGI, AHILEI, DECISE DI RISPONDERE SI’ ALLA DOMANDA SBAGLIATA!
 
articolo di Leonardo Vannucci (lioklingo@gmail.com)
 

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